Hat Passion – Cappelli che passione!

cappelli che passione

Cristina Nava, caposervizio moda a Donna Moderna e appassionata collezionista, darà il benvenuto ai visitatori della prossima edizione di Next Vintage con una selezione tra gli oltre trecento cappelli della sua collezione, acquistati dagli eredi di Maria Cremonesi, una modista di Vaprio d’Adda, scomparsa all’età di 100 anni.

Non solo cappelli ma, anche acconciature, spilloni, perline, disegni, teste, forme in legno e attrezzi di lavoro rivivranno nell’atrio del castello attraverso un percorso divertente dal disegno al prodotto finito.

Il cappello  ha il dono di modificare il proprio aspetto in un gioco di ammiccamento, seduzione, provocazione che lo rende davvero strumento di magia. La forma del cappello segue la forma della testa ma al tempo stesso la trascende e parla una lingua propria capace di amplificare le relazioni comunicative.

Mettersi il cappello, togliersi il cappello, cambiare cappello: gesti che si compiono sul palcoscenico quotidiano per assumere ruoli diversi, per cambiare la propria immagine e forse le proprie idee, uno spettacolo di complicità in cui uomo e cappello sono entrambi primi attori.

Cappelli e arte

cappelli nextvintage

I cappelli esposti saranno indossati dalle teste create appositamente da Carlo Baroni, scultore che da sempre usa materiali poveri, riciclati, assemblati e trasformati. Il filo di ferro è il suo leitmotiv. Il filo lega e ingabbia, parla e comunica. Diviene scultura compatta e intrecciata, profonda, pesante e contemporaneamente leggera. Presenterà per l’occasione e per la prima volta la sua Scultura Cappello.

Cividini Antichità & Restauri collabora all’allestimento dell’evento collaterale nell’atrio d’ingresso del Castello.

Cristina Nava
Cristina NavaStylist, Caposervizio moda a Donna Moderna
Da piccola sogna di divenire mecenate d’arte oppure artista. Quando non legge o disegna, passa ore nelle botteghe artigiane ad imparare a lavorare il cuoio, a cucire, a ricamare. Alle scuole medie crea una linea di piccoli bijoux che vende in diversi negozi di Milano e provincia. Una macchina fotografica ricevuta in dono la porta a documentare con un diario fotografico la sua adolescenza. Crescendo si impegna nel volontariato con diverse associazioni che si occupano di portatori di handicap. Dopo il diploma socio-pedagogico nel 1982, studia Filosofia in Statale a Milano e Arte al Dams di Bologna. Insegna per un anno in una Scuola Materna, organizza e coordina villaggi vacanza per bambini.
Nel 1985 collabora con Benetton nell’ufficio di pubbliche relazioni. Qui scopre il lavoro della giornalista di moda e se ne innamora. Il rapporto con Benetton si conclude nel 1987, quando inizia a collaborare come assistente stylist freelancer per alcuni delle più importanti riviste del settore moda (Donna, Eva, Amica, Gioia)
Dal 1990 al 1992 lavora presso la redazione di Vogue Bambino, collaborando anche con Vogue Uomo e Vogue Sposa.
Nel 1992 inizia a lavorare in Mondadori con Donna Moderna. Successivamente collabora con 100 Cose/Yes, Tu Style e Cosmopolitan, da cui viene assunta nel 2002 con contratto di praticantato.
Nel 2003 passa alla redazione di Donna Moderna, dove lavora tuttora.
Nel corso degli anni ha prestato la sua creatività ad aziende moda e non, per campagne e cataloghi ( Lovable, La perla Uomo, Fila, Brooksfield, Blauer, Police, I Coloniali di Atkinsons, Imec, Versace occhiali, Cristina Ti, Cristina Effe, Sergio Tacchini, Chicco, Prenatal, Postalmarket, Gruppo Coin, Miroglio e molti altri)
Arte, moda, viaggi e natura sono da sempre le sue passioni.
Carlo Baroni
Carlo BaroniScultore
Dagli anni’70 Baroni lavora tra Brescia, Bologna, Nord Europa e Sud America seguendo il filo del pensiero ludico, onirico e ironico con cui avvolge le sue opere.
Da sempre usa materiali poveri, riciclati, assemblati, trasformati. Dal legno al vetro, dalla terracotta alla latta, dal ferro agli smalti, Baroni ricama, martella, salda, dipinge, cuoce e crea un mondo di plasticità fiabesca in cui il sociale entra e si manifesta preponderante e deciso con il suo divenire, attimo dopo attimo. Il filo di ferro è il suo leitmotiv. Il filo lega e ingabbia, parla e comunica. Il filo diviene scultura compatta e intrecciata, profonda, pesante e contemporaneamente leggera. Il filo è vita, vivida e pulsante.
Numerose sono le mostre personali e collettive a cui ha partecipato, inclusa ”Perché il maiale non è azzurro”, 2013.
Collabora da sempre con il mondo della moda e con quello del design.