Occhiali della collezione di Lucio Stramare (secoli XV – XX)

Arte del Vedere è un’esposizione itinerante che raccoglie alcuni degli occhiali antichi della collezione Lucio Stramare.

L’esposizione non vuole essere una raccolta di oggetti a sè stanti, ma un percorso dove si presenta l’anima di una collezione privata attraverso cui poter ripercorrere, con l’aiuto di ambientazioni storico tematiche, la storia dell’occhiale, dal Quattrocento ai giorni nostri.
L’origine degli occhiali suscitò dispute erudite fin dalla seconda metà del ‘600; scartate le ipotesi classiche, orientali o inglesi, a opera di Ruggero Bacone, venne individuata la Toscana come patria.
Intorno al 1920 Giuseppe Albertotti ne rivendicava la paternità veneziana, databile tra il XIII e il XIV secolo, in base a documenti noti e pubblicati.
Secondo molti studiosi la scoperta delle lenti da vista è da ritenersi occasionale piuttosto che frutto di una ricerca programmata. Fu infatti un’invenzione non dei vetrai veneziani ma dei cristallieri, ramo fiorente dell’oreficeria veneziana che si dedicavano alla lavorazione del quarzo o cristallo di rocca.

Nel 1301 venne liberalizzata la fabbricazione di vitreos ab oculis ad legendum (vetri da occhiali per leggere e nel 1317 si registra la concessione a tale Francesco di fare oglarios de vitro e di venderli in città. Il termine oglarii (occhiali) compare per la prima volta.
Intorno al XIII secolo, i vetri per leggere ebbero un’importante evoluzione: il vetro usato solo in forma sferica veniva lavorato e levigato per formare una propria lente.

Le prime lenti erano in cristallo, poi vetro mentre la montatura era in legno e successivamente in corno o pelle ed erano usati solo dagli studiosi e dal clero, la maggior parte della popolazione era analfabeta.
Dal XV secolo, parallelamente agli occhiali a perno si affermano quelli a ponte, la montatura incorporava ben due lenti e non più sovrapponibili. Venezia e Norimberga furono all’epoca importanti centri di produzione e l’invenzione della stampa attorno al 1450 permise una maggiore diffusione.

Nel tardo ‘500 in Spagna si diffondo occhiali forniti di fori laterali ne quali inserivano un cordoncino che mettevano dietro l’orecchio per mantenerli fermi.

All’inizio del ‘700 nasce il fassamano, occhiale che viene tenuto in mano e non appoggiato sul naso.

Nell’800 si affermano il pince-nez o stringinaso evoluzione dell’occhiale a ponte. Fu grazie all’intuizione dell’inglese James Ayscough che si ebbe l’invenzione delle prime stanghette ripiegabili. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo si afferma l’occhiale caratterizzato da montatura e due astine che si appoggiano alle orecchie. I materiali usati sono il corno, un must dell’epoca, il nichel e l’acciaio, più economici e duttili oltreché accessibili a tutti.