Denim

Il tessuto più democratico della moda

Farrah, Rihanna, Diana

Nato ruvido e resistente, diventato più volte simbolo di ribellione nel secolo scorso, il denim è stato usato dalle giovani generazioni come feticcio per esprimere idee e provocazioni. Ora diventa nelle mani dei designer una tela bianca sulla quale sperimentare nuove forme, colori e accostamenti.

Romantico e femminile, ma anche elegante e innovativo al tempo stesso. Il denim si nobilita e diventa una divisa quotidiana per la donna contemporanea. Che lo accosta spesso a elementi in contrasto e prende le forme di gonne, abiti e top strappati e lavorati

Il suo colore blue indaco, che è un blu non regolare, (anche se oggi l’abbigliamento jeans può essere coniugato con altri colori) e il tessuto denim (un binomio inscindibile) sono diventati un marchio caratteristico ed esclusivo che al pari delle “griffes” o dei marchi commerciali più famosi conferisce un significato speciale, quasi mitico ad oggetti normalmente presenti nella comune vita quotidiana.

Morrisey

Debbie Gibson & Brad Pitt

Il denim si stinge progressivamente con i lavaggi e con l’uso, schiarendosi di più dove è maggiore l’attrito.

«Il jeans invecchia integrando in sé il cambiamento dell’età, impregnandosi di avventura, della vita di chi li indossa. Ogni lavaggio è una pagina girata, il tempo vi scrive la sua memoria su uno sfondo sempre più pallido. La decolorazione dovuta al lavaggio traduce l’avvenimento vissuto fino alla saturazione finale.»

«Autentico o simulato che sia, resta il fatto piuttosto bizzarro rispetto all’estetica “naturale” del consumo, che per i jeans il nuovo vale meno dell’usato, il consumo aggiunge valore all’oggetto. Il denim da materiale destinato ad abiti da lavoro diventa oggi un tessuto degno di salire sulle passerelle più prestigiose sotto forma di jeans ma non solo. La sua forza, infatti, è la capacità di sapersi sempre rinnovare rimanendo fedele a sé stesso.»