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La mostra collaterale sarà dedicata a Giorgio Armani. Impareremo a conoscere il suo percorso nella moda dal 1969 al 1985, attraverso una selezione di cinquanta bozzetti  riconducibili allo stilista, disegnati su carta con pennarello, china e lapis, accompagnati dall’inserto di tessuto o di pelle.

”Devo partire dal vuoto, per costruire con le emozioni, per pensare alla mia moda che implica modernità, contemporaneità. Immagino una linea lasciata libera, senza definirne il perimetro con una cornice”, dichiara lo stilista.

Giorgio Armani è un uomo concreto, pragmatico, che fin da subito applica alla sua moda un concetto di stile molto personale e riconoscibile. Con lo stesso potere dirompente con il quale Poiret e Mariano Fortuny all’inizio del Novecento, avevano liberato ufficialmente le donne dal busto, così Giorgio Armani, silenzioso e acuto osservatore della realtà ha la felice intuizione di rispondere all’imperativo della semplificazione. Alla fine degli anni ’70 le sue brillanti intuizioni sono la fusione dei generi  maschile e femminile e la decostruzione della giacca che da quel momento porta disinvoltura al completo maschile formale e autorevolezza alla donna in carriera.

Bozzetto Giorgio ArmaniCon i tailleur pantalone realizzati in tessuti fluidi che esaltano il corpo e il movimento, si afferma un concetto nuovo: l’eleganza e la bellezza hanno una natura ambigua e travalicando i confini di genere, legano la seduzione alla disinvoltura e a un’idea di praticità.

Lo stilista crea così uno spartiacque, una linea di confine, assume un valore emblematico e va a occupare un posto di rilievo nella storia della moda e del costume per aver contribuito  all’emancipazione  femminile.

Linee pulite, fluidità e destrutturazione: sono questi i tre capisaldi dello stile di Giorgio Armani, che si ritrovano nei bozzetti in esposizione.