Italian Style a Sartirana.

La moda come espressione d’arte suscita interesse e curiosità e ha ormai un solido riconoscimento
Vi darà il benvenuto una selezione di abiti di alta sartoria italiana della Fondazione Sartirana Arte dalle prime sfilate degli anni ’50 fino agli anni ’90 (da Valentino ad Armani, da Capucci a Versace a Ferrè, Krizia e Sorelle Fontana), molti dei quali indossati da personaggi come Lady Diana, Grace Kelly, Jacqueline Kennedy e Naomi Campbell.

La Fondazione Sartirana Arte, forte delle proprie collezioni che custodisce e che rappresentano il lavoro di artisti e artigiani italiani, conferma con la propria attività e la propria storia l’impegno di promozione culturale nel mondo.

La mostra è dedicata a Giorgio Forni, uomo di raffinata cultura, capace di visione, che ha dedicato all’arte e alla sua bellezza parte importante della propria vita, convinto che alla fine arte e bellezza fossero una sorta di esperanto, un linguaggio universale utilizzabile per comunicare ed aprirsi in ogni contesto.

Le Collezioni che Giorgio ha creato hanno fatto da tramite ai suoi progetti e viaggiato con lui in molti paesi, come una sorta di “museo in valigia”, ospitati dalle Ambasciate d’Italia e dagli Istituti Italiani di Cultura nei cinque continenti. Portare in giro per il mondo arte tradizionalmente intesa ed arte applicata, con l’orgoglio di testimoniare l’attualità del contributo italiano al patrimonio artistico mondiale, ha significato rivendicare un ruolo per le espressioni di alto artigianato italiano nel panorama contemporaneo e guardare al futuro, forti della grande tradizione italiana.

Parte delle collezioni della Fondazione Sartirana Arte sono visitabili al Castello di Sartirana fino al 24 di Ottobre con i seguenti orari :

  • Sabato: dalle 14 alle 18
  • Domenica: dalle 10 alle 18

Castello di Sartirana – P.zza Ludovico da Breme, 4 – Sartirana Lomellina (PV)
tel. 0384/271023 – castellodisartirana facebook

La Fondazione Sartirana Arte

La Fondazione Sartirana Arte, ospitata presso il Castello di Sartirana, è lo strumento ideato e costituito da Giorgio per la realizzazione degli obiettivi della sua logica visionaria. Alla Fondazione Giorgio si è dedicato fino alla sua morte, il 11.12.2019. La Fondazione nacque per iniziativa di Giorgio, con la partecipazione anche di sostegno degli enti locali, con un triplice obiettivo.

Il primo obiettivo della Fondazione è stato ed è “testimoniare” lo straordinario sviluppo che nella seconda metà del ventesimo secolo ha rivoluzionato il settore delle arti decorative che erano già apprezzate sin dal Rinascimento e che avevano reso celebre il “Bel Paese” nel mondo. E’ la fusione tra la storica abilità artigianale dei laboratori italiani e la fantasia creativa di molti esponenti del nuovo design italiano che la Fondazione Sartirana ha voluto documentare per consegnarla al futuro. Negli scorsi decenni la Fondazione ha selezionato e collezionato esempi degli oggetti più innovativi ed interessanti realizzati negli ultimi cinquant’anni nei settori dell’argenteria, della vetreria artistica, del design dell’arredo e dei suoi complementi, della moda e dei suoi accessori e degli ornamenti per il corpo disegnati da grandi artisti. Per la loro originalità, queste collezioni sono rappresentative del talento e dell’estro creativo italiani contemporanei quasi come la pittura e la scultura del nostro Rinascimento ed il Castello di Sartirana, fortezza visconteo sforzesca del XIV secolo che le ospita, ne è una sorta di “forziere”.

Come successivo obiettivo la Fondazione si è data il compito di continuare e sviluppare la feconda relazione tra gli artigiani e artisti, attraverso un processo di catalizzazione di scambi reciproci, organizzando incontri e commissionando nuovi progetti a famosi scultori, pittori ed architetti. Le collezioni esposte a Sartirana evidenziano il filo rosso che lega le mani esperte degli artigiani ai maestri creativi, cancellando così la divisione del lavoro che, per secoli, ha separato il mondo dell’artigianato da quello dell’arte.

Il terzo scopo della Fondazione è stato ed è favorire, attraverso due linee di azione, la promozione di queste opere di eccezionale qualità. La prima, volta a rompere la barriera di silenzio che circonda questi esperimenti innovativi e a cercare nuove forme di contatto e di comunicazione con il pubblico attraverso l’organizzazione di mostre nelle più prestigiose gallerie d’arte e nei musei. La seconda, in mancanza di appropriati centri di formazione, è stata l’attivazione di contatti tra le realtà artigianali del nostro paese con altre simili esperienze europee ed internazionali.

Negli anni passati le collezioni della Fondazione Sartirana hanno viaggiato in molti paesi. Esse sono una sorta di “musei in valigia”, ospitati dalle Ambasciate d’Italia e dagli Istituti Italiani di Cultura nei cinque continenti con l’orgoglio di testimoniare che il contributo italiano al patrimonio artistico mondiale non è limitato ai grandi artisti del passato, ma può vantare una specifica e peculiare cifra anche nel contemporaneo. Le collezioni itineranti vogliono trasmettere il messaggio che la raffinatezza e la bellezza sono elementi determinanti della qualità della vita e come tali – e questo è molto italiano – potrebbero, anzi dovrebbero essere alla portata di tutti.

Giorgio Forni

Giorgio Forni è nato a Valeggio Lomellina il 29 ottobre 1947, dopo il Liceo Classico frequentato a Vigevano, si è iscritto alla Facoltà di Medicina a Pavia.
Laureatosi nel 1972, Giorgio ha conseguito la specializzazione in Medicina del lavoro presso l’Università di Pavia, per poi perfezionare la sua formazione con una seconda specializzazione a Firenze, sotto la guida del prof. Antonini, Ordinario di geriatria presso l’Università di Firenze, geniale innovatore dell’approccio complessivo all’invecchiamento della persona. Alla genialità delle intuizioni Antonini, così raccontava Giorgio Forni, univa la originalità del metodo (la musica, l’arte, in breve la bellezza erano utilizzate in funzione terapeutica); sostanza e metodo di Antonini nella cura della persona e della salute hanno avuto un impatto folgorante sugli allievi ed in particolare su Giorgio, che ebbe forte la tentazione di seguire il percorso propostogli da Antonini della carriera universitaria sotto la sua guida. Il legame intellettuale tra Antonini e Giorgio rimase comunque saldo e sicuro fino alla fine. Giorgio, pur avendo poi negli anni ‘80 cessato la sua brillante carriera di medico per divenire anche formalmente un “operatore culturale” fu un medico per tutta la vita nello speciale modo che Antonini gli aveva trasmesso.

IL CITTADINO

Discendente da una delle più importanti, ricche e potenti famiglie di agrari della Lomellina agli inizi del ‘900, presenti da protagonisti nella storia economica, politica e culturale della provincia di Pavia e nazionale nel ventennio fascista, Giorgio Forni ha militato in Lotta Continua allontanandosene solo quando il Movimento ha mostrato una deriva verso forme violente di contestazione.
La sua convinta partecipazione al Movimento non è avvenuta tanto prendendo parte attiva alle manifestazioni, quanto facendosi tramite dei contatti con il mondo della cultura e dell’arte, profittando delle relazioni storiche sue e della sua Famiglia con gli artisti del ‘900 e altre conquistandone presso quanti, Vedova, Pomodoro, Bai ed altri, ma anche politici illuminati e uomini di cultura, mostravano sensibilità, interesse e partecipazione per il movimento che stava letteralmente travolgendo l’assetto socio – economico italiano nel ’68, coinvolgendo studenti e, in qualche misura, per un tratto, un settore del mondo del lavoro. Con il nome di battaglia di “Pasticca”, Giorgio ha contribuito alla costruzione e diffusione del giornale del Movimento, garantendone anche la distribuzione, mantenendo il collegamento Roma – Milano con la sua Fiat sgangherata. L’acquisizione di opere d’arte, generosamente donate dagli artisti suo tramite, è stata strumento per finanziare, cedendole, il Movimento.
La passione per la politica intesa come servizio e il dovere di una “etica sociale” sono state comunque il primum movens della più parte delle scelte di Giorgio, condotto da una sorta di dovere di condivisione collettiva dell’arte e della bellezza a scrivere e organizzare via via occasioni di crescita civile e culturale della comunità. Appartiene a Giorgio “citoyen” la breve esperienza come Assessore alla Cultura del Comune di Vigevano nel 2011, ma anche l’essere stato presente attivamente in occasione dell’alluvione di Firenze e, da giovane medico, nel trasferimento di un gruppo di sanitari lombardi in Irpinia per mesi per recare assistenza alla popolazione in occasione del terremoto, l’essersi anche negli ultimi tempi battuto per l’accoglienza dei bambini migranti, contro ogni discriminazione e ove possibile disuguaglianza.
Alla passione per l’arte e per la bellezza, che costituisce la sua cifra per così dire stilistica, Giorgio univa l’esigenza di dare corpo e concretezza alle spinte ideali,
rigorosamente attento a non sprecare e non consentire si distruggessero risorse materiali e testimonianze della creatività umana in ogni settore.

LA FORMAZIONE ED IL PROFILO

Nella formazione di Giorgio Forni ha avuto un ruolo fondamentale il nonno, Virgilio Forni. La figura del nonno è essenziale per capire la personalità di Giorgio: nonno Virgilio era a sua volta una personalità complessa ed eclettica. Innanzitutto, per suo dire, un agricoltore (molto di più in realtà per poteri personali, reputazione, autorevolezza e formazione), legato profondamente alla terra, ma al contempo laureato in chimica, come non molti al tempo, campione di remo alle Universiadi di Parigi nel 1903, allevatore raffinato di cani pointer, cosmopolita, appassionato cacciatore, ospite elegante, uomo di relazioni, ma anche curioso e studioso di arte (frequentò Brera per apprendere le tecniche della pittura ad olio, su carta e su tela, divenendo lui stesso un pittore originale e interessante). Amico di molti dei più importanti artisti del Novecento.
Fu il nonno Virgilio ad introdurre il nipote in mondi diversi, trasmettendogli la curiosità e la passione per l’arte e la conoscenza, insieme al rispetto per la terra e il lavoro della terra, il rifiuto dello spreco delle risorse materiali ed intellettuali, la tensione costante verso obiettivi non banali, la progettualità ed insieme la sicurezza di poter essere e divenire quanto avesse voluto. Come il nonno, Giorgio univa una personalità eclettica ad un sano realismo, aveva un distacco automatico rispetto alla banalità, consapevole, sotto la semplicità dei modi, della sua appartenenza e collocazione culturale e socio – economica.
Virgilio Forni “scienziato” ed “artista” ha sicuramente contribuito a dotare il nipote della attitudine a cogliere il legame tra arte e scienza, arte e salute/benessere della persona non per una improbabile unità, ma perché fondato sul confronto basato su reciproche suggestioni e su una comune tensione conoscitiva, giocata sul filo della criticità. Giorgio Forni ne ha fatto tesoro e la “logica immaginaria” ha rappresentato per lui un criterio guida dell’equilibrio tra concretezza e progettualità a tratti visionaria.
Giorgio univa una mente eclettica e una forte progettualità ad un sano realismo. Il legame forte consapevole e di tradizione famigliare con la propria terra lo ha spinto all’avventura dell’acquisto/recupero del Castello di Sartirana Lomellina, facendone l’obiettivo con cui misurare la sua curiosità per tutto quanto riguarda arte, conoscenza ed espressione della bellezza, curiosità che poi lo ha condotto a viaggiare ovunque, ovunque intessendo relazioni con gli esponenti delle diverse culture, alla ricerca di una sua personale estetica sociale all’insegna della creatività. Il termine è abusato, ma nel caso di Giorgio riflette il sottile bilanciamento tra vincoli e libertà di chi come lui ha cercato di instaurare uno speciale legame tra arte e salute umana e più generale tra arte e scienza nel segno della bellezza, come ebbe a dire in una intervista rilasciata negli ultimi tempi. Aveva fatta propria l’intuizione che il metodo dello scienziato quanto quello dell’artista è “una manovra della mente”, che procede dal disordine all’ordine, con la creazione di forme di opere d’arte da un lato e teorie scientifiche dall’altro. Un trait d’union tra scienza e bellezza e salute umana. In questa prospettiva l’essere medico, e medico volutamente dedicato ai più fragili, si salda con l’essere stato un grandissimo collezionista in un’ottica originale di condivisione e trasmissione generosa dell’esperienza della bellezza ed essere stato costantemente impegnato in una forma di progettualità sociale. La curiosità e la passione civile lo hanno portato a farsi ambasciatore della bellezza della cultura italiana nel mondo organizzando una incredibile serie di mostre ed eventi all’estero in collaborazione con il Ministero degli Esteri e la rete degli Istituti Italiani di cultura, oltre a contribuire con un numero significativo di opere alla formazione della Fondazione della Farnesina, anche questa volta per una sorta di responsabilità socio culturale.

IL CASTELLO DI SARTIRANA

Il Castello Visconteo di Sartirana ospita dal 1993 la Fondazione Sartirana Arte e le sue collezioni ed il Centro Studi della Lomellina, ambedue organizzazioni senza fini di lucro. Il maniero presenta una pianta quadrata delimitata da quattro torri angolari quella cilindrica rinforzata da Rodolfo Fioravanti nel 1464/1465. La costruzione risale all’ultimo quarto del 14° secolo, venne realizzata per ordine di Gian Galeazzo Visconti, divenne sede del Segretario di Stato di Carlo V, il Cardinale Mercurino Arborio Gattinara con la fine del ducato milanese (battaglia di Pavia 1525). Gli Arborio Gattinara abitarono il Castello fino al 1934, anno in cui passò per successione ad Amedeo Duca d’Aosta. Il Castello fu donato agli inizi degli anni ‘70 allo scultore Fausto Melotti di cui Giorgio Forni era estimatore e collezionista, oltre che medico. Il legame di Giorgio con Fausto Melotti fu determinante della possibilità di acquisire il Maniero. La costituzione di una cooperativa di giovani uniti da amicizia personale e dal sogno ambizioso del recupero a vita del Castello oramai in stato di abbandono totale consentirono, con un comune impegno economico e progettuale, ma anche manuale e diretto di tutti i soci della cooperativa, la riapertura del Castello ad uso pubblico in breve tempo con una prima Mostra di moda e design. Poi, l’avvio di un percorso di recupero alla funzione collettiva attraverso serie di mostre di Antiquariato di enorme successo per oltre 20 anni e di mostre tematiche dedicate all’Arte contemporanea, al Design, al Vetro d’Artista ed all’Arte tessile, quest’ultima serie, Tra trama e ordito, “progenitrice” del Sartirana Textile Show, ora ospitato a Torino. Le attività in Castello nei più disparati settori fino alla morte di Giorgio Forni hanno cambiato letteralmente le condizioni del borgo di Sartirana, facendolo rivivere.